Ha saltato due terzi delle gare e l’assenza è pesante: con il difensore biancorosso in campo il Grifo ha fatto 1,77 punti ogni giornata, senza la media scende a 1,04
È stato il rimpianto più grande della gestione Oddo. Solo nelle prime due gare di campionato l’ex tecnico del Grifo ha potuto contare su Gabriele Angella. E l’assenza della colonna difensiva biancorossa, ancora oggi, continua a pesare parecchio nell’economia della stagione.
Per questo il recupero del centrale per il match con il Cosenza – “la partita più importante del campionato “ – e il finale di stagione è davvero determinante.
La tenuta del reparto arretrato è la base per incassare meno gol. E meno gol al passivo fanno fruttare maggiormente le (poche) reti di una squadra, come il Perugia, in difficoltà cronica nel trovare la via della porta avversaria. La traduzione è facile: una media più bassa di gol subiti alza la media di punti a partita.
Con o senza Angella la differenza, in casa perugina, è davvero sensibile. Il difensore del Grifo ha giocato 9 gare da titolare, più il recente match con il Cittadella in cui è stato costretto al forfait a metà del primo tempo. Non è un caso che i veneti abbiano trovato due gol e la vittoria proprio quando è uscito l’ex Udinese. Con Angella in campo il Perugia ha subito 7 reti per una media di 0,77 gol a partita. Senza la colonna difensiva le reti incassate sono state 35 in 24 gare e la media sale a 1,45 gol a partita.
Il riflesso sul rendimento è sostanziale. Con Angella titolare il Perugia ha messo insieme 1,77 punti a partita, senza la media scende a 1,04 punti ogni gara. Nel complesso, fin qui, il campionato biancorosso ha viaggiato al ritmo di 1,24 punti a partita (41 in 33 giornate) e questo si è tradotto nell’attuale lotta salvezza.
Un uomo solo non può determinare l’intera stagione di una squadra ma, analizzando i numeri, se il Perugia avesse potuto contare costantemente su Gabriele Angella di certo i play-out non sarebbero diventati uno spauracchio.