Continuano le proteste dei tifosi neroverdi per l’impossibilità di giocare nella loro città. I grifoni verranno ospitati al Teghil di Lignano
“Cosa dobbiamo aspettarci per mantenere vivo lo spirito di appartenenza cittadino ai Ramarri?”. Questo si chiedevano i tifosi del Pordenone ad inizio giugno con una lettera diffusa mezzo stampa. Arrivati alla fine di luglio continuano le contestazioni del gruppo “Pordenone 2o2o”. Due striscioni apparsi a poco più di una settimana l’uno dall’altro: il primo recitava “Senza fissa dimora”, il secondo “Pordenone cambia…con lo stadio”.
Nell’occhio del ciclone l’impossibilità di giocare le gare casalinghe a Pordenone. Una situazione che va avanti da quando il club neroverde ha centrato la prima storica promozione in Serie B. Nel 2019 il Perugia guidato da Oddo veniva sconfitto per 3-0 alla Dacia Arena, impianto dell’ Udinese. A 86 km dalla casa dei ramarri. Il 21 agosto gli uomini di Alvini inizieranno il loro campionato al Teghil di Lignano Sabbiadoro. A 60 km da Pordenone. Il Bottecchia ad oggi per i neroverdi sembra destinato a rimanere solo un ricordo. Per questo il Grifo, che invece a settembre saprà di più sul nuovo Curi, può aspettarsi un debutto stagionale in uno stadio sotto contestazione.