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Grifo, Sgarbi: ‘Grazie Goretti ma il Cosenza sarà avversario tosto’

Il centrale ai quotidiani locali: ‘Il direttore in me ha sempre creduto, verrà per vincere. Il lascito di Nesta, Cosmi, Oddo e Caserta. Spero sia l’anno della mia consacrazione’

Filippo Sgarbi, intervistato da Il Messaggero, La Nazione e Il Corriere dell’Umbria nelle edizioni odierne, ha parlato anche del Cosenza prossimo avversario sabato al ‘Curi’ e del grande ex Roberto Goretti, che lo portò a Perugia ormai quattro anni fa. ‘Il direttore Goretti in me ha sempre creduto, magari non me lo ha detto ma me lo ha fatto capire. Ogni tanto ci sentiamo, per me ha sempre speso belle parole e lo ringrazio. Il suo Cosenza va preso con le molle, non è quel che sembra, lo abbiamo visto contro il Vicenza, arriverà qui per darci filo da torcere, vincere e dimostrare di essere bravo nel suo lavoro, noi faremo di tutto per evitarlo’.

La riconoscenza vale anche per gli allenatori. ‘Da Nesta ho imparato a giocare palla a terra – ha raccontato -, mi ha insegnato a fare scelte, a giocare e rischiare. Oddo ad essere duttile; di Cosmi mi restano la preparazione tattica e la tigna coinvolgente; Caserta infine era un martello, con lui si andava sempre a duemila e non si mollava mai niente. Quest’ultimo aspetto me lo ritrovo con Alvini che vuole intensità e lavora sull’aspetto mentale con messaggi chiari, credendo in quello che fa e trasmettendo motivazioni. Ci metto anche Angella, sempre disponibilissimo a dare consigli, un valore da leader’.

Come sono stati questi quattro anni perugini? ‘Sulle montagne russe. Sono arrivato dalla C che ero ancora un ragazzino, non è stato facile adattarmi. Il primo è stato un anno di transizione, nel secondo ho trovato continuità dal punto di vista personale ma la stagione è stata drammatica per la squadra. L’anno scorso è stato il più difficile a livello mentale, con la necessità di risalire subito ma ce l’abbiamo fatta per merito di tutti. Ora bisogna riabituarsi alla B e stiamo andando meglio rispetto alle altre neopromosse, anche se tre partite non sono indicative del nostro potenziale definitivo. Dal punto di vista personale rispetto al passato sento più responsabilità, prima ero il più giovane, ora arrivano giocatori più giovani di me e cerco di essere positivo per aiutarli. Spero che sia l’anno della consacrazione’.

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