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Alvini, l’allergia alla parola ‘turnover’ e la classifica super del Perugia

Orgoglioso del successo al Moccagatta, sensibile nel toccare tanti temi profondi del calcio, l’allenatore del Grifo salta sulla sedia con il vocabolo che sintetizza la necessaria gestione delle risorse

La classifica del Perugia è sempre più da acquolina in bocca. Con la vittoria sull’Alessandria, dedicata alla memoria di Frosio, i grifoni hanno toccato quota 41 punti, la zona play out è ormai a distanza siderale (18 lunghezze) e quindi la salvezza è in cassaforte. La squadra di Alvini è nel cuore dei play off, a soli 5 punti dal secondo posto che vale la Serie A diretta. “La classifica è molto positiva, non è ipocrisia da parte mia parlare di salvezza, un traguardo ormai alla portata. Ma vogliamo migliorare e fare il massimo ogni giorno“, ha detto il tecnico del Perugia dopo il successo al Moccagatta.

Il Grifo è la squadra più in forma della B con 4 vittorie e un pareggio nelle ultime 5 giornate. “I tifosi si godano il viaggio di ritorno, possono essere contenti di quanto sta facendo la squadra per la maglia del Grifo”. La parola ‘turnover’ è però l’unico aspetto che riesce ancora a innervosire Alvini. “Non rappresenta noi allenatori italiani. È impensabile in questo campionato non alternare giocatori. Punto turnover”, ha ribadito usando l’espressione toscana per dire ‘niente turnover’. Eppure il vocabolo sta sostanzialmente a rappresentare la rotazione che il Perugia continuerà ad operare in questo febbraio di fuoco.

Sabato c’è al Curi l’attesissimo big match contro il Benevento dell’ex Caserta, tecnico della promozione dello scorso anno, e Alvini dovrà rinunciare allo squalificato Burrai. Ha scontato il turno di stop Dell’Orco ma sulle condizioni del difensore c’è un minimo di apprensione per un problema al ginocchio che si è riacutizzato durante l’ultima gara interna con la Cremonese.

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