L’ex Grifone sulla sfida tra il Perugia e il SudTirol dell’amico Bisoli: ‘Il Perugia sarà arrabbiato, la squadra deve tirarsi tirarsi fuori dalle negatività’

Hanno militato insieme proprio nel Perugia del loro papà Carletto Mazzone nell’ormai lontana stagione 1999-2000. Oggi sono entrambi allenatori. Il Corriere dell’Alto Adige ha intervistato Alessandro Calori alla vigilia della sfida che vedrà protagonista al ‘Curi’ il SudTirol di Pierpaolo Bisoli, che non subisce gol da due trasferte e va a segno da cinque partite consecutive. Ed è stata l’occasione per parlare diffusamente anche del Perugia.

«Bisoli era il mio compagno di camera, già al Grifone – ha raccontato Calori -: abbiamo un rapporto speciale, credo di poter dire che sia un amico. È un allenatore che cerca di trasmettere la sua passione ai ragazzi, spesso riuscendo a tirarne fuori il meglio. Pierpaolo chiede a tutti il massimo, ti coinvolge e poi ci mette il suo modo di fare calcio e di interpretarlo. Va seguito e i risultati, come sta accadendo, arrivano’.

E ancora: ‘Che Perugia troverà il Südtirol? Una squadra in difficoltà, che ambiva a una stagione ben diversa: aveva preso Castori, che la B l’ha vinta, ma non ha avuto nemmeno tempo di mettere in pratica il suo gioco. Ora sono ultimi e Baldini sta cercando di raddrizzare la situazione: serve tempo anche a lui, dato che è stato cambiato modulo a una squadra costruita per il 3-5-2 di Castori. Senza dubbio il Südtirol troverà un Perugia arrabbiato, perché squadra e piazza vogliono tornare protagoniste. Il gruppo ha buone individualità, ma Baldini dovrà essere molto bravo a tirarsi fuori da queste sabbie mobili e dalla negatività creata dopo premesse stagionali ben diverse’.

Quindi il giudizio sul SudTirol: ‘Il Südtirol sta compiendo un percorso importante, frutto di una programmazione su più anni: non è stata una promozione improvvisata, cercavano la loro prima serie B da diverse stagioni, hanno lavorato sullo stadio, è un lavoro che parte da lontano. Bisoli sta insegnando loro cos’è la Serie B: va interpretata senza mai accontentarsi perché c’è grande equilibrio e tra zona retrocessione e promozione non si può mai stare sereni. Bisogna conoscerlo e affrontarlo con entusiasmo e voglia di stupire»