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Per la salute del Perugia c’è Bisogni: “In campo solo con zero rischi per la vita”

Intervista al medico sociale che, dal 2016, cura il benessere dei grifoni: “Sono diventato tifoso, se non riesco a venire allo stadio guardo la partita in tv”

Senese, 34 anni, il dottor Michele Bisogni, laureato con 110 e lode e una specializzazione in medicina dello sport all’Università di Firenze, dal 2016 cura la salute del Grifo.

“Se faccio 200 chilometri al giorno da Siena a Perugia significa che mi trovo davvero bene”, spiega il medico sociale iniziando il racconto della sua storia in biancorosso dall’isolamento casalingo per l’emergenza coronavirus. E il messaggio che arriva dai professionisti del settore è netto. “Nessuno si metta in testa di rischiare vite umane per giocare una partita di calcio”.

Lo staff medico biancorosso conta professionalità di alto livello come Giuseppe De Angelis, Mauro Faleburle e Lamberto Boranga. “Un’esperienza stimolante”, definisce Bisogni l’avventura perugina dopo 4 anni al Siena e una parentesi “bellissima” in Premier League come consulente del Watford.

Dottore, c’è un’ipotesi per il ritorno in campo del Perugia?
“Con tutti i colleghi della Serie B siamo arrivati alla conclusione che dare una data è irrealistico. Siamo in una fase di picco del contagio e non abbiamo elementi, nemmeno l’Oms sa cosa succederà. In una società di calcio non ci sono solo i giocatori, ma centinaia di persone a contatto tutti i giorni, sono vettori di contagio importanti”.
Una volta che le misure del Governo lo permetteranno, la soluzione potrebbe essere tenere in ritiro costante la squadra per isolarla?
“A inizio marzo, come Perugia, avevamo preso in considerazione questa ipotesi ma serve uniformità da parte di tutte le società. E ci vuole una netta diminuzione della circolazione del virus, possibilmente quasi nulla. Non si possono fare tamponi ai calciatori tutti i gironi. E un’eventuale positività bloccherebbe di nuovo tutto”.
Come stanno vivendo lo stop i grifoni?
“Sia per la lontananza dai cari che per l’incertezza sul futuro c’è una situazione di stress psicofisico elevata. Va gestita con positività. Continuano ad essere atleti 24 ore su 24 e quindi devono mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato, aspetto determinante in caso di ripartenza”.
Lei è anche esperto di nutrizione. Come è strutturata la dieta dei calciatori?
“C’è una base generale, poi ognuno ha esigenze nutrizionali diverse e quindi ha una dieta specifica. Curiamo tutto a 360 gradi. Analisi del peso una volta alla settimana, di massa magra e massa grassa una volta al mese e analisi del sangue ogni 6 settimane”.
Dobbiamo aspettarci allenamenti con la mascherina?
Non credo sarebbero quelle le condizioni per ripartire”.
Ci svela l’aspetto emozionale della sua professione da quando è arrivato a Perugia?
“Sono diventato tifosissimo. Se non posso venire allo stadio per motivi di lavoro mi guardo la partita a casa. Stando a contatti con i ragazzi ci si sente parte di loro e sono molto coinvolto. Se si perde mi arrabbio, voglio vincere tutte le partite”.

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