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Grifo, storia di un trionfo controvento

Un’inedita risalita al primo colpo con Comotto, Giannitti, Caserta uomini giusti al posto giusto. Le tappe: dalle macerie estive al crollo del Padova, passando tra tante mosse azzeccate, contrarietà, contestazioni e qualche azione di disturbo

Il Perugia è andato in B con le componenti di traverso, contro tutto e tutti come poche volte prima. Retrocesso inopinatamente nella stagione dell’esplosione del Covid con una squadra costruita nell’espressa convinzione di lottare per la A, dal giorno successivo al playout la società ha dovuto ricostruire dalle macerie. Spogliatoio dilaniato, ambiente in forte contestazione, nel bel mezzo della pandemia e nella semidilettantistica realtà della Lega Pro. E’ stato un mezzo miracolo. Lo comprova il fatto che nella storia mai nessuna piazza importante (Padova, Catania, Palermo, Bari, Foggia, Cesena, Livorno, Avellino) era riuscita a risalire al primo colpo dopo una caduta dalla B, solo Entella e Cittadella, dove le pressioni ambientali sono all’acqua di rose.

La società ha azzeccato le mosse a partire dalle scelte estive, due dirigenti che hanno saputo lavorare in simbiosi come Giannitti e Comotto oltre a pescare l’allenatore giusto, giovane e con idee chiare e innovative. Caserta aveva già dimostrato di saper vincere e come il Perugia era in cerca di riscatto. Il mercato estivo è stato un piccolo capolavoro: in quindici giorni, ben sapendo che cedere tutti era impossibile, Giannitti ha miscelato conferme forzate e innesti chirurgici per calare il Perugia nella nuova, complicata realtà. Il presidente Santopadre, nel mirino degli ultrà per mesi con una contestazione pesantissima e talvolta sfociata nell’attacco personale, ha fatto ‘all-in’ con investimenti e le conferme di ingaggi fuori parametro per la categoria di 7-8 dei suoi giocatori di alta Serie B, poi si è defilato facendo di Comotto qualcosa di più di un portavoce, ma restando sempre presente dietro le quinte.

La strada è stata irta di ostacoli a partire dall’inizio a singhiozzo, per quanto messo in conto. Il Perugia è partito lasciando punti per strada contro Fano e Cesena prima di farsi travolgere a Mantova alla quinta. Una fortuna. La cocente sconfitta ha accelerato il processo di maturazione del gruppo di Caserta, che ha cambiato atteggiamento sia tattico (difesa a tre) che gestionale, dosando con sapienza carota e bastone. Il Grifo ha preso il via: 5 vittorie (tra cui un 3-0 al Padova che ha messo in chiaro i valori tecnici) e un pari. Poi qualche pareggio di troppo prima di rendersi conto che la squadra aveva bisogno di una nuova svolta tattica. A gennaio sul mercato Giannitti ha operato ancora in maniera chirurgica, laddove serviva: un portiere di sicuro affidamento che poteva essere utilizzato prima, una mezzala e un centravanti strutturato a completare il reparto d’attacco che mancava solo di quelle caratteristiche.

Il Padova aveva cercato invano di colmare a suon di investimenti un evidente gap prendendo Cissè, Rossettini, Biasci e Chiricò, ancor più che a Mandorlini serviti come pretesto alla piazza biancorossa per inasprire la protesta per il mancato arrivo di un fantomatico bomber da 20 gol da inserire in un attacco già ampio, completo e fortissimo. Il pregio della società stavolta è stato di non seguire l’onda popolare ed emotiva ma di andare avanti per la propria strada.

E mentre all’inizio di febbraio a Palazzo dei Priori si ricevevano Gaucci jr e Canovi scatenando nuove pressioni sulla proprietà, sul campo la squadra tornava a ingranare. Il girone di ritorno è storia recente: pur con qualche fisiologico inciampo (Samb, Gubbio, Fermo) il Perugia ha intrapreso più strisce di risultati utili, il Sudtirol non ha retto, il Padova è scoppiato permettendo aggancio e sorpasso finale da parte dei più forti, che a Salò hanno coronato con la B la loro splendida rincorsa controvento. Festa per tutti e su le bandiere. Ma come un anno fa fu facile additare e mettere giustamente alla gogna i responsabili della retrocessione, oggi i padri di questa rivincita restano pochi e bene individuabili.

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