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La strategia del Grifo: al Cds puntando sul precedente dell’Avellino

Il portale “Storiesport.it” nel suo approfondimento svela i capisaldi sui quali conta l’avvocato Giani per ribaltare il giudizio del Tar: perentorietà dei termini ed errori in serie del Lecco a livello regolamentare e documentale. Più due mail in Lega e un precedente che riguarda proprio il Consiglio di Stato…

Il Perugia punta a riprendersi a Palazzo Spada la serie B che il Collegio di Garanzia presso il Coni gli aveva spalancato il 17 luglio e che il Tar due settimane dopo gli ha sottratto. Lo riporta in un puntiglioso approfondimento il portale “storiesport.it”, all’interno del quale si analizza la strategia del Perugia e del suo avvocato Loredana Giani per fare breccia davanti ai 15 membri del Consiglio di Stato che saranno chiamati ad esprimersi.

Per il legale del Perugia basterebbe tornare indietro di appena qualche anno, al 2018 quando l’Avellino fu escluso dalla B con la sentenza presa dal Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni all’epoca presieduto da Franco Frattini. “Proprio il Collegio di Garanzia dello Sport che ha l’ultima parola nell’iter di giustizia sportiva” rileva la difesa del club di Santopadre e dunque è una circostanza importante.

Pur in possesso di quanto richiesto ai fini dell’iscrizione, l’Avellino fu escluso perché i termini sono perentori anche se la scansione procedimentale fissata dalla Figc era enormemente ristretta”. Così stabilì il Collegio di Garanzia nel 2018 per l’Avellino: perché non dovrebbe essere così anche nel 2023 per il Lecco – sostiene il Perugia – visto che le norme non sono cambiate? Per il Perugia “il Tar ha avuto un trattamento di favore nei confronti del Lecco interpretando il manuale delle licenze sportive secondo cui il termine per indicare lo stadio sarebbe stato di solo 9 giorni e non invece di 7 mesi. Come lo si può solo pensare”? Questo si domanda l’avvocato Giani: esiste(va) un termine a data fissa, la cui decorrenza parte dalla pubblicazione del bando, e nel caso in questione sarebbe il comunicato del 9 novembre 2022. È da quel giorno, dice il Perugia, che il Lecco sapeva dei criteri per l’iscrizione in B ed è da quel giorno che avrebbe dovuto usare la “normale prudenza” per attivarsi. E proprio la vicenda Avellino verrebbe in soccorso, con la decisione del Tar dell’agosto 2018. “Fin dalla fase monocratica innanzi al Tar fu rilevato che il termine a data fissa non può essere spostato in avanti anche se la notifica della sua decorrenza sia avvenuta in ritardo”. Per il Perugia la questione Lecco è identica, e identica dovrebbe essere la decisione che deve prendere il Consiglio di Stato “correggendo” l’errore del Tar e nonostante l’atto di contrizione di Figc e Lega B manifestato nei precedenti gradi di giustizia. E ancora.

Per il Perugia poi, alla data di adozione del Manuale delle Licenze (9 novembre 2022) non era affatto ancora nota la data di conclusione della stagione sportiva 2022/2023, data fissata solo col comunicato ufficiale numero 232 del 27 aprile 2023. Il Lecco – sempre secondo le tesi umbre – per sette mesi è rimasto inerte, il 15 giugno si è sottoposto ai criteri della B fornendo come indicazione lo stadio Ceppi-Rigamonti, e solo dopo, grazie a una revisione della Figc, adducendo motivazioni come l’assenza del Prefetto di Lecco e la difficoltà nel reperire fondi pubblici per adeguare lo stadio, ha usufruito di un termine diverso, addirittura prorogato dopo la scadenza del termine, una decisione inaudita e mai vista. Cioè la domanda di proroga presentata dopo la scadenza del termine per l’indicazione dello stadio (15 giugno) e dopo che il Lecco aveva dichiarato di voler giocare a Lecco (15 giugno): questo fa rilevare il Perugia secondo cui si è davanti ad un escamotage per “insabbiare” la decisione del club lombardo dell’indicazione (del 15 giugno) di voler giocare a Lecco.

Sul punto – il Tar ha stabilito che il Lecco non doveva presentare nulla il 15 giugno perché nulla poteva ancora presentare visto che il verdetto promozione sarebbe arrivato il 18 giugno – il Perugia porterà al vaglio dei giudici del Consiglio di Stato quanto già presentato dinanzi al Tar. E cioè due mail inviate dal Lecco all’ufficio competizioni della Lega B il 15 giugno, la prima alle ore 19.48 e la seconda delle ore 20.24 che fa seguito a una richiesta dell’ufficio della Lega B e che dunque testimonia dell’avvenuta ricezione perché si legge “si inviano gli allegati richiesti”. Sono (sarebbero) la prova che il 15 giugno il Lecco manda alla serie B la documentazione infrastrutturale dello stadio Ceppi-Rigamonti che aveva mandato anche alla serie C. “E nel momento in cui il Lecco invia alla serie B la documentazione infrastrutturale certamente non lo fa perché vuole giocare in serie C: nessuno manda documenti alla serie B perché vuole giocare in serie C”. E, sostiene il Perugia, è la prova che “la Serie B ha ritenuto perfettamente valida ai fini dell’iscrizione alla serie B la documentazione allegata dal Lecco a quella precedente mail ancorché vi fosse in alcuni punti indicata la serie C. Non si chiedono infatti integrazioni di una documentazione che non si ritenga valida ai fini del procedimento (ed il procedimento era quello di iscrizione alla Serie B)”.

Documenti che testimoniano assunzione di obblighi del Lecco e la consapevolezza (del Lecco e della Lega B) che il Lecco sta chiedendo di giocare al Ceppi la serie B. Dunque, in sostanza, per il Perugia al Lecco è stato consentito di cambiare l’offerta già presentata per una gara, senza badare ai termini perentori, alla data fissa, all’istanza di proroga presentata per giunta dopo la scadenza dei termini. “Cosa c’entra la forza maggiore?” chiede il Perugia ai giudici del Consiglio di Stato.

“E cosa c’entra il titolo sportivo? O si fissava un nuovo termine, prima della scadenza. Oppure si disapplica il termine perentorio”. Che è sempre stato applicato in precedenti giudizi: il ricorso del Perugia che chiede al Consiglio di Stato di ribaltare la sentenza del Tar e concedere al club umbro il posto del Lecco, si chiude con un’ultima annotazione. E cioè: la documentazione presentata dal Lecco elimina qualsiasi ombra sul futuro del Lecco se venisse escluso dalla serie B. “Il Lecco lo scorso ha militato in Lega Pro, ha la disponibilità del Ceppi idoneo alla Lega Pro, ha presentato il 15 giugno garanzie idonee per la Lega Pro e l’ha fatto presentando domanda anche alla Lega Pro perché risulta dai documenti”. Dunque per la difesa del Perugia, il Lecco ha titolo per essere nuovamente “iscritto in Lega Pro senza evocare scenari di scomparsa dal calcio professionistico”.

 

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