La bella prestazione di Salerno è un primo, importante segnale arrivato dal laterale mancino, partito a singhiozzo come tutta la squadra in questo campionato ma finalmente pronto a rendere come da aspettative
Dribbling, controdribbling, serpentine, incursioni, volate, cross. Quella prestazione all’Arechi di Salerno per Gianfilippo Felicioli e per il Perugia è una fiammella accesa. Perchè diciamocelo, nelle prime giornate di campionato la sensazione che la fascia sinistra del Perugia fosse ancora una volta ‘orfana’ di un giocatore degno di percorrerla, dopo la piacevolissima parentesi dell’anno scorso con Pajac, era forte e chiara. In quel ruolo si sono alternati lo stesso Felicioli e Falasco, ma alterne sono state anche le fortune.
E se Falasco ha dato modo di farsi vedere anche da centrale difensivo, per Felicioli – protagonista di un paio di errori grossolani in fase difensiva in occasione di altrettante segnature avversarie e più in generale di prestazioni opache – l’allarme era arrivato al livello di guardia. La società aveva provato a stare vicino al terzino arrivato dal Milan e reduce da una stagione in chiaroscuro in prestito ad Ascoli, aveva anche convocato al suo ‘capezzale’ il procuratore, Silvio Pagliari, messo in atto colloqui, programmi di allenamento e quant’altro.
Ebbene, la cura pare avere funzionato. A Salerno si è visto il Felicioli della Primavera del Milan, quello che magari giocava da esterno sinistro alto ma faceva costantemente male alle difese avversarie dando anche un sostanzioso contributo alla fase difensiva. Il giocatore, insomma, sul quale il Perugia puntava quando lo ha prelevato in estate. Ora non si tratta di fare altro che di continuare, magari in crescendo, perchè con l’arrivo di una identità di squadra è arrivato anche Felicioli. Ora mancano ‘solo’ i risultati.