Il tecnico biancorosso ha ricevuto per la prima volta un apprezzamento pubblico dalla curva Nord prima del match con il Lecce e ha ricambiato promettendo “il senso di appartenenza” del suo Grifo

“Alvini uno di noi”, ha intonato la curva Nord, il cuore pulsante del tifo del Grifo, all’ingresso in campo del tecnico prima del match tra Perugia e Lecce. E per un soffio la squadra dell’uomo di Fucecchio non ha firmato l’impresa contro al capolista. Nel finale è arrivato infatti il rigore del pareggio degli ospiti, assegnato per un fallo di mano di Santoro. “Vederlo quasi in lacrime – ha detto Alvini – fa capire quanto stanno dando questi ragazzi alla città. Ce la stanno mettendo tutta per la maglia. Mi piace sentire dentro qualcosa – ha aggiunto in merito al coro che gli ha riservato il popolo biancorosso -, oggi i tifosi ci hanno spinto di brutto, è stata un po’ come la bolgia che ho sempre conosciuto al Curi, anche senza le 10mila persone di una volta. Vogliamo continuare con questo senso di appartenenza, dispiace non aver regalato loro una vittoria che avremmo meritato”.

Tra Benevento, Brescia e Lecce, il Grifo è uscito con appena un punto dal trittico di fuoco in 8 giorni. “A Brescia c’era rabbia perché sono state stravolte le regole – ha detto Alvini in riferimento all’arbitraggio – oggi il rigore per il Lecce era netto. Comunque nelle tre gare abbiamo raccolto meno di quanto seminato”. Il Perugia è a una lunghezza dalla zona play off e “l’obiettivo è lottare per uno dei primi 8 posti, ci sono a disposizione ancora 30 punti e sarebbe un grande risultato da condividere tutti insieme. Però – ha avvertito Alvini – senza voli pindarici, con piedi a terra ed entusiasmo. Se non dovessimo farcela non sarebbe una delusione, è una stagione di costruzione”.