L’attaccante biancorosso, durante lo stop per l’emergenza sanitaria, analizza il rendimento personale. “Con il nuovo modulo ho meno spazio ma sono pronto a tutto per la squadra”
Lombardo di nascita, cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, Christian Capone sta vivendo da solo a Perugia questo lungo periodo di emergenza sanitaria che ha portato allo stop del pallone. “Per fortuna la mia famiglia sta bene, di certo non è la miglior situazione”, dice in collegamento dalla sua abitazione del capoluogo.
“Passo la giornata un po’ come tutti – racconta l’attaccante del Grifo –, tra play station e serie televisive e cercando di allenarmi il più possibile con le indicazioni del preparatore, anche se a casa non è facile”.
Appena 20 anni ma già alla terza stagione in B, il campionato in corso doveva sancire la consacrazione di Capone. “Venire a Perugia è stato positivo – spiega – mi volevamo fortemente mister Oddo e il direttore Goretti e non rinnego questa scelta. Mi trovo bene anche se è stata una stagione di alti e bassi come lo è stata per la squadra. Sono voluto rimanere anche a gennaio, speravo di avere più spazio ma tempo ce ne sarebbe. Ora è successo quello che è successo e non so se si ripartirà”.
Il campionato di Christian, 15 presenze e 2 reti da 6 punti contro Pescara (nel video) ed Entella, è un po’ lo specchio dalle stesse turbolenze che hanno investito il Grifo. L’ultimo in ordine di tempo che ha svelato di aspettarsi il salto di qualità da Capone è stato Fulignati. “In parte ha ragione, devo crescere sotto il profilo caratteriale e sentirmelo dire dai compagni aiuta. A livello mentale devo dimostrare tanto”.
“Con Oddo – precisa Capone – stavo trovando continuità. Un esonero non è mai positivo per nessuno, Cosmi è arrivato per dare una mano a livello caratteriale, il 2020 non era iniziato bene ma la vittoria con la Salernitana aveva ridato morale”. Per l’attaccante di proprietà dell’Atalanta è cambiata la prospettiva e “con il 3-5-2 ho avuto meno spazio. Ma sono pronto a tutto, fare il trequartista mi piaceva ma in carriera ho giocato anche come esterno del 4-3-3 o nelle due punte. E non mi dispiace. In questa situazione però è difficile pensare al calcio. Speriamo di tornare prima possibile alla normalità…”.