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Grifo, Goretti: “Cosmi è un artigiano che sta ricostruendo un vaso rotto”

Dall’isolamento casalingo per l’emergenza sanitaria il direttore dell’area tecnica del Perugia fa il punto sulla stagione interrotta nella fase embrionale della rinascita biancorossa. “Il mister è stato chiamato per portare una mentalità differente, eravamo e siamo convinti che sia l’uomo giusto”

Seconda parte dell’intervista con Roberto Goretti che, dopo aver guardato alla crisi finanziaria innescata dallo stop per il Coronavirus (“Il Perugia è pronto a tamponare l’emergenza”), fa il punto sulle questioni tecniche.

Direttore, per una società come il Perugia, abituata a lottare con le big nonostante un budget inferiore, da questa anomala situazione posso nascere opportunità?
“Siamo sempre andati alla ricerca di cose nuove. Il Perugia è stato un frullatore in questi anni e da fuori si fatica a capirlo. Ma a seconda della situazione è stata studiata una strategia per ottenere un risultato tecnico-finanziario il più ambizioso possibile. Ogni anno si parte con un monte ingaggi tra il decimo e il quindicesimo della categoria (il dettaglio 2019-20 e 2018-19, ndr) e la cosa intrigante del mio lavoro è cercare la strategia per giocarcela con le prime. È una sfida. Ci siamo riusciti con una certa continuità”.
È però sempre mancato l’ultimo step. Come in questa stagione. Cosa non sta funzionando?
“Le nostre buone individualità non sono diventate una squadra. Dopo Empoli-Perugia si è persa la via iniziale, ecco il grande rammarico. Cosmi ha portato un’ondata positiva ma sono ritornate fuori le problematiche. Abbiamo vissuto un terremoto sportivo come 5 sconfitte consecutive e credo che nelle ultime settimane il mister sia stato bravo a rimettere l’ambiente interno nel binario scelto. L’ha fatto anche rischiando con le dichiarazioni dopo Frosinone. Come un artigiano che rompe un vaso e inizia a rimetterlo a posto nel modo in cui voleva”.
Per questo avete rinnovato la fiducia a Cosmi nonostante la serie negativa?
“Perché aveva iniziato un percorso positivo. Non è stato chiamato per una classifica allarmante, serviva un allenatore che portasse una mentalità quotidiana differente, delle regole diverse. Pensavamo che Cosmi fosse l’uomo giusto e lo pensiamo tuttora. Il Perugia ha fatto bene negli anni creando una società-azienda con risultati positivi, è sempre mancato qualcosa a livello di mentalità”.
In questo senso, c’è da rimproverare qualcosa ai leader del gruppo?
Durante la stagione mi sono costantemente tornate in mente le parole dette da Nappi in una intervista dello scorso anno: spiegava di non vedere nel Perugia quei giocatori in grado di dare qualcosa in più anche fuori dal campo, oltre gli allenamenti e le partite”.
Ha fatto di tutto per portare Vicario a Perugia, si aspettava un rendimento così?
“È un ragazzo in gamba. Può diventare uno di quei 5 o 6 elementi che formano il nucleo di una squadra, perché ha personalità e spessore umano, oltre che tecnico”.
Pensando al futuro si ripartirà con tanti giocatori di proprietà, soprattutto i difesa…
“L’avevamo fatto anche nel secondo anno di B. Perché il primo passo che fanno le società affermate è costruire tutto sulla difesa, più uno o due centrocampisti. La nostra idea è stata ripartire dal blocco difensivo e poi aggiungiamo il resto”.
State guardando più al prossimo anno o pensate che il campionato arriverà alla fine?
“Ci faremo trovare pronti in ogni caso. Si lavora con l’idea che si possa ripartire”.
E come dovrebbe ripartire il Grifo?
Valutando quanto successo. Si iniziavano a vedere aspetti positivi, il percorso è stato interrotto dal Coronavirus. Questa sosta può solo rafforzare le buone cose che si erano viste”.
Quali sarebbero gli eventuali obiettivi?
Non sento di poter fare previsioni perché le 5 sconfitte restano nella testa, anche se, tranne quella con lo Spezia, le altre sono immeritate: la proposta era stata modesta da entrambe le parti. La stagione era iniziata con ottime possibilità ma non conta niente se non si diventa prima squadra e poi gruppo. È fondamentale che l’allenatore abbia un’idea forte in cui crede, la deve evolvere ma mai abbandonare”.

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