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Bazzani: “Occhio Grifo, la ripartenza è in stile NBA”

Il vice di Cosmi analizza il nuovo campionato alle porte e lo paragona ai ritmi del basket. “Giocando a porte chiuse ognuno deve trovare la ferocia solo dentro di sé”

Oramai si contano i giorni verso la nuova ripartenza e il Perugia sta entrando nel vivo di questa anomala preparazione. Fabio Bazzani, fedele braccio destro di Serse Cosmi, ha analizzato la situazione da diverse angolazioni.

“Sarà una ripartenza completamente nuova per tutti – ha detto il vice allenatore del Grifo al Corriere di Bologna -: la sosta è stata più lunga di una pausa tra due campionati e rispetto all’estate, quando fai attività sportiva in spiaggia, i muscoli degli atleti non sono stati sollecitati. E’ un punto interrogativo. Dovremo mettere in conto guai muscolari, ma sarà una ripresa anomala anche psicologicamente: i giocatori non hanno potuto staccare, hanno respirato le tensioni e le paure create dal virus.

Come a porte chiuse è stata l’ultima gara vinta con la Salernitana al Curi, a porte chiuse sarà la ripresa, a cominciare dalla trasferta di Ascoli del 21 giugno (tutto il calendario). “E’ un equilibrio alterato, essendoci fattori-campo che incidono e altri meno. Da calciatore – precisa Bazzani – non mi è mai capitato di giocare senza pubblico, da tecnico ho vissuto le ultime due di B col Perugia: lì capisci che è un altro sport. Da calciatore come da allenatore devi sforzarti per tenere alta concentrazione e ferocia da solo, senza fattori esterni”.

Altra incognita la tenuta fisica con una “preparazione da rifare. Al di là dei dati serve quello che a Coverciano chiamano ‘occhiometro’: capire bene le sensazioni. E’ qualcosa di mai vissuto, da chi allena da 5 o 30 anni, da chi gioca da 2 o 20 anni. Quando si riparte sarà tutto partita e recupero, partita e recupero: come in NBA oppure in un play-off di basket”. C’è la nuova regola delle 5 sostituzioni e “per alcuni allenatori sarà un vantaggio nella gestione del gruppo: tieni i giocatori più vivi, metti le gerarchie in discussione e anche chi teneva il muso sarà più motivato”. Sul piano personale,infine, Bazzani spiega che “nel primo mese e mezzo avevo poca adrenalina, non pensavo al calcio vista la situazione del Paese. Ora che l’Italia riparte, la voglia di campo c’è e bisogna dare un segnale senza dimenticare l’accaduto”.

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