Il Perugia di Francesco Baldini in questo campionato non ha giocato per pareggiare un solo minuto delle sue 10 partite più recuperi. L’atteggiamento è stato sempre coraggioso, spesso spregiudicato come mercoledì a Recanati quando il tecnico – dopo un primo tempo in sofferenza – ha tolto Iannoni e inserito Seghetti ribaltando l’inerzia del match per poi però doversi arrendere allo 0-0 di fronte alla bravura di Meli (rigore e non solo) e all’imprecisione dei suoi. Lo scrivono nell’approfondimento i quotidiani locali, Il Messaggero, La Nazione ed Il Corriere dell’Umbria.
Detto che tecnico di Massa e grifoni non hanno mai lasciato nulla di intentato per vincere, è un fatto che il Perugia, imbattuto, con la seconda fase difensiva del campionato (6 gol subiti) e 5 clean-sheet all’attivo, ha già inanellato 6 pareggi, più della metà delle partite giocate. Viene alla mente il Perugia di Aldo Agroppi, che nella B ’84-85 arrivò quarto giocandosi la A per un punto con una sola sconfitta, 11 vittorie e la bellezza di 26 pareggi in 38 gare, percentuali esagerate (pareggi e sconfitta) che per la serie cadetta rappresentano ancora oggi due record.
E d’altro canto non si può certo disconoscere il fatto che, pur di ribaltare l’inerzia di una fase offensiva (12 gol con 10 marcatori diversi e l’assenza di un goleador, in attesa che Vazquez decida di diventarlo) Baldini abbia messo in atto ogni soluzione offensiva possibile. Partendo dal 4-3-3, alternando il 4-3-1-2 per poi passare al falso nueve e il 4-3-2-1 fino al 4-2-3-1 che anche nella ripresa a Recanati ha dato ottimi segnali.
Così, se da una parte è evidente il carattere di questa squadra che può barcollare ma tira fuori ogni risorsa possibile per non cadere (l’imbattibilità la dice lunga), dall’altro lato il Grifo di Baldini è brillante, sbarazzino, coraggioso ma poco prolifico e in perenne ricerca di un rimedio alla conseguente “pareggite” che non sempre (vedi Recanati) è possibile superare se la squadra a livello fisico non è nella giornata migliore.