Episodio analogo a quello, ben più grave in proporzione ai controlli previsti, che si verificò al Curi lo scorso marzo durante Perugia-Brescia. In questo caso, però, la partita non è ricominciata.
L’entità del bottino sarà senza dubbio inferiore perché inferiore è lo stipendio dei calciatori, che in realtà sono dilettanti e quindi hanno solo un rimborso spese e mantengono la famiglia con altri lavori. Il dispiacere però è lo stesso, così come la sensazione di “violenza” che si vive quando viene violato un luogo riservato e privato per antonomasia come dovrebbe essere uno spogliatoio. È successo che sabato pomeriggio, durante il primo tempo di San Sisto-Pontevecchio, match valevole per il campionato di Eccellenza, alcuni ladri si siano intrufolati nello spogliatoio ospite portando via tutto ciò che trovavano: portafogli, chiavi delle macchine e cellulari.
Al rientro negli spogliatoio, i giocatori della Pontevecchio hanno trovato questa amara sorpresa, esattamente come capitò ai giocatori del Perugia a metà gara durante la partita col Brescia. In quel caso però i giocatori del Perugia tornarono in campo, nonostante l’entità del bottino fosse maggiore e il fatto assai più grave perché commesso ai danni della squadra di casa. A San Sisto, invece, i giocatori ospiti si sono rifiutati di tornare in campo. Da capire cosa deciderà il giudice sportivo: “Mi auguro ci sia buon senso“, ha detto il presidente della Pontevecchio.