Il doppio salto dalla C alla A, i successi e le delusioni. E gli incontri speciali…
“La prima volta che parlai con Galeone mi disse che voleva cambiarmi posizione, mettendomi davanti alla difesa. Io lo ascoltavo in silenzio e dentro di me pensavo: questo è pazzo. Ma accettai di provare. E dopo tre minuti capii che quella era la mia posizione“: così Federico Giunti racconta a ‘Grifo Ricordi’, su UmbriaTV, uno degli incontri che gli ha cambiato la vita, per sua stessa ammissione.
“Lui ci ha conquistati con la sua autoironia e al tempo stesso la sua autorevolezza: non era mai banale“, dice a proposito del ‘Gale’ come lo chiama.
Con il tecnico napoletano una promozione ma anche una stagione sfortunata in serie A: “Dopo tanti litigi – ricorda Giunti – Gaucci mandò via l’allenatore, lasciandoci alla vigilia di una partita senza allenatore. Poi arriva Scala, che cambia sistema di gioco e scombussola la squadra“. Arrivano anche soddisfazioni (come la vittoria col Milan) ma alla fine si perde la serie A con la sconfitta di Piacenza che Giunti – lo racconta lui stesso in un’appendice – affronta dopo una settimana di febbre per una infezione.
“Non l’avevo mai detto per non dare la sensazione di accampare scuse, ma mi ha dato fastidio che siano uscite tante voci su quella stagione. Noi ci prendemmo la responsabilità di non aver fatto i punti necessari alla salvezza, ma c’era una società che si doveva prendere delle responsabilità che non si prese, come averci lasciato una partita senza allenatore e averne poi preso uno che non andava bene per quella squadra“.