Il presidente parla degli esordi da calciatore e di quelli da dirigente, infine confessa di sentirsi per metà perugino
Nello speciale dedicato al Perugia sul Corriere dello Sport c’è un lungo articolo su Massimiliano Santopadre: il presidente del Grifo, oltre a parlare della squadra e della sua idea di calcio, si lascia andare ai ricordi da adolescente e al suo rapporto col calcio.
“Giocavo terzino sinistro, ma ero lento, poi mi spostarono centrale difensivo, in virtù del fatto che ero alto 1.83 e ai miei tempi non era consueto trovare ragazzi così alti, ma anche in quel ruolo le mie prestazioni non sono migliorate – dice il presidente non senza autoironia – infatti ho smesso“.
Ben altri risultati da dirigente: il salto al Perugia dopo le esperienze laziali, con Roberto Damaschi e Giovanni Moneti. Ora sogna la A: “Il prestigio del Perugia lo merita e io ho una voglia matta di confrontarmi con quella realtà“.
Infine la dichiarazione d’amore: “Considerando che passo metà della mia vita a Perugia posso definirmi mezzo perugino. Di certo, mi sento parte della città e ho dato il cuore alla squadra“.