Conferenza stampa direttore dell’area tecnica del club ciociaro dopo il ko di martedì sera al Curi. “Non ci è stato dato ciò che ci spettava, con il 2-2 parleremmo di altro”.
Ernesto Salvini, per i tifosi perugini, è il personaggio che custodiva il fantomatico “segreto” che avrebbe messo ko il Grifo nella corsa alla promozione in B del 2014. Un tentativo di destabilizzare l’ambiente biancorosso che si rivelò un buco nell’acqua con lo storico 4 maggio. Martedì scorso è stato scritto l’ennesimo capitolo della sfida tra Perugia e Frosinone ed è arrivata ancora una gioia per il popolo del Grifo con il 3-1 finale. A freddo, il direttore dell’area tecnica del club ciociaro ha parlato in conferenza stampa per analizzare la crisi della squadra di Nesta.
“Due anni fa – l’introduzione di Salvini -, quando andammo per la seconda volta in A, ci sono stati momenti duri e difficili. Eppure siamo riusciti a mettere in asse tutto. Ma era molto più semplice. Quest’anno la difficoltà l’abbiamo posta noi, chiedendo un modulo diverso e lo spettacolo. E sarebbe da incoscienti non insistere su un progetto iniziato e farlo condividere da tutti”.
“La prestazione di Perugia – riporta il sito ufficiale del Frosinone – va estrapolata, è stata brutta. Ci fa fare passi indietro rispetto alle altre gare, ai momenti di buon calcio che eravamo riusciti a sciorinare. Probabilmente dovuta ad una crisi di rigetto che prelude ad un rafforzamento della bontà del lavoro che si sta svolgendo. Ma nella squadra non c’è alcuno tipo di frizione. Il tecnico accetta e ama il dialogo, siamo passati attraverso chi nemmeno lo faceva. Una cosa è vera: hanno lavorato tutti tantissimo. E non è giusto parlare di condizione atletica. A Perugia – rivendica Salvini – dateci il nostro, il rigore che ci avrebbe portato al 2-2, e parleremmo di un altro Frosinone. Anche se il tema in discussione non sarebbe cambiato perché siamo in ritardo sia sotto l’aspetto dei punti che dello sviluppo del calcio che abbiamo in mente. Ma sono sicuro che la serenità ci permetterà di arrivare all’obiettivo”.
“Al tecnico – conclude Salvini – non è stato detto ‘continua a fare quello che vuoi’ ma ‘continuiamo a fare il lavoro che è stato impostato’. A Perugia qualcosa si è sbagliato, anche lo stesso Nesta lo ammetterebbe se fosse qui. Ma non è gettando tutto alle ortiche che si ottiene il risultato”.