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Quintavalli: “Perugia, Alvini vi conquisterà subito. Vi racconto il suo mondo”

Il presidente che nel 2019 ha portato alla Reggiana il neo tecnico biancorosso: “Vive il calcio come una missione.  Sarà un grande valore aggiunto se la società condividerà le sue vedute. Può stare in qualsiasi piazza”

A bordo di quale auto salirà il Grifo per affrontare i tornanti della prossima Serie B lo scopriremo solo quest’estate. In attesa di conoscere caratteristiche e optional della vettura, quel che è certo da un paio di giorni è che sarà targata Alvini. A presentarcela è Luca Quintavalli, in veste dell’ultimo passeggero ad esserci salito. Il vicepresidente del gruppo Olmedo, “le Ferrari delle ambulanze”, è stato anche il primo presidente alla Reggiana del neotecnico biancorosso. E’ lui, che ora è rimasto nella società emiliana come socio e membro del CDA, ad aver voluto l’allenatore toscano quando era stato esonerato dall’Albinoleffe. E’ con lui che ha centrato la promozione dalla C alla B vincendo i play off ed è lui che dopo averlo vissuto per due anni ci introduce nel mondo di Alvini.

Da vicepresidente dell’Olmedo, a che macchina paragonerebbe Alvini?

“Sicuramente sarebbe una delle nostre vetture più esclusive. Avrebbe un’estetica accattivante e offrirebbe massima affidabilità e massima versatilità. Sarebbe una macchina compatta ma che sa farsi notare”.

Ha vissuto 884 giorni da presidente a Reggio, di cui 706 giorni con Alvini come tecnico. Chi meglio di lei può raccontarci come vive la sua quotidianità?

“Il suo mondo è il campo. Vive di calcio e ne fa una missione di vita. Tutto quello che ruota intorno a lui diventa parte di Alvini: ha completa dedizione per i calciatori ed è un duro lavoratore. A 360 gradi e 24 ore su 24”

Il 18 giugno sono due anni esatti dall’ufficialità dell’arrivo di Alvini a Reggio. Cosa si sente di consigliare al suo collega Santopadre? Quante voce in capitolo vuole il tecnico nel mercato?

“Deve condividere le vedute con Alvini anche se arriveranno da punti di vista diversi, uno d’azienda e l’altro tecnico. Lui è una persona estremamente capace di leggere le situazioni e può essere un prezioso aiuto per il presidente che deve avere tutto sotto controllo. Nel mercato ha le idee molto chiare e sa costruire un legame che diventerà morboso con i giocatori, di cui conosce benissimo caratteristiche calcistiche e umane. Gli input di Alvini vanno ascoltati e condivisi perché in ogni sua richiesta c’è un piano molto chiaro”

A dicembre lei ha lasciato la presidenza della Reggiana a Salerno ma ha comunque mantenuto un ruolo in società. Alvini arriva da Reggio con il peso di una fresca retrocessione nell’unico anno in cui ha allenato in B. Perché a Perugia non si ripeterà?

“Quello passato è stato un anno in cui è andato tutto storto per un concatenarsi di eventi, in cui hanno avuto molto peso anche diverse componenti non dipendenti dal calcio giocato come il Covid e gli infortuni. Ad Alvini non si possono attribuire particolari responsabilità. Sono sicuro che ha voglia di rivalsa e lo stesso entusiasmo di quando è arrivato a Reggio. Credo che allenare in una piazza importante e far parte di una società storica saranno due elementi chiave per lui. Sono certo che otterrà buoni risultati”.

Quando ci avete puntato era stato esonerato dall’Albinoleffe. Si ricorda il vostro primo incontro? Da cosa ha capito che si trattava di un predestinato?

“Ho incontrato Alvini per la prima volta al campo perché ho preferito conoscerlo nel suo habitat naturale. Parlandogli ho regalato a lui una fiamma che si è accesa: gli ho detto che il calcio rappresenta una città intera e l’allenatore è quello su cui orbita il valore della squadra. Più la piazza è blasonata, più lui ha responsabilità. Parlando così davanti ai giocatori, è scattata in loro la voglia di dimostrare chi erano. Penso possa ripetersi questa dinamica a Perugia”.

Lei ha sempre tenuto in modo particolare ai sentimenti nel calcio. Quanto ci metterà Alvini a conquistare Perugia e i perugini?

“Alvini si farà amare subito. Lui è una persona vera così come lo sono gli abitanti di Perugia. Lo dimostra la storia”

Santopadre ha descritto Alvini come umile, capace di far giocare bene la squadra e onorato di allenare il Perugia. Nei prossimi giorni farà la sua presentazione ufficiale. In attesa, lei come lo introdurrebbe alla nuova piazza?

“Santopadre ha colto subito la verità in Alvini. E’ umile, di grandi principi e vive il calcio come una missione di vita. Sarà un valore aggiunto grandissimo. E’ anche un grande educatore e sa trasmettere i fondamenti della vita da calciatore professionista. Sa che rappresenterà la città di Perugia e per questo è molto esigente e attento a tutto, soprattutto ai particolari.”

Tante partite tra i pro ma solo un anno in B. Perché è l’uomo giusto per il Perugia? E perché Perugia è la piazza giusta per lui?

“Nel calcio non esiste solo l’esperienza. Quella la si crea negli anni. Per capacità e valori può stare in qualsiasi piazza di qualsiasi categoria. Credo Perugia sia un squadra congeniale ad Alvini per storicità e cultura della città. Sono certo che la B sia un campionato adatto a lui, quello che è successo a Reggio Emilia non dipende solo da lui. Penso sia l’uomo giusto su cui puntare”

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