Lunga intervista all’allenatore ponteggiano su leggo.it. Il calcio di una volta, l’estate della Serie B “allucinante” e “il calcio-business ha scaraventato via tutto il talento delle varie figure”.
Aspetta una chiamata, Serse Cosmi. Il fatto di non avere una panchina “è una cosa su cui mi capita di riflettere sempre più di rado, prima ci perdevo più tempo. Ma ancora sono dentro al calcio con la testa. Di sicuro non saranno gli altri a farmi smettere”. Questo uno dei passaggi dell’intervista dell’ex allenatore del Grifo, e perugino doc, su leggo.it
Tanti i temi toccati da Cosmi, a partire dalla violenza che circonda il mondo del pallone. “Credo che esista un limite e che ci siamo arrivati. Ma non è una cosa di adesso. Sono morte tante persone e ci siamo ritrovati sempre a fare gli stessi discorsi. E allora dico fermiamo veramente le gare e vediamo cosa succede”.
E poi il business, che ha fagocitato quasi tutto e tutti. “Gli interessi economici ci sono sempre stati, non è che prima non ci fossero. Il problema è che adesso pare che ci siano solo quelli. Se uno fa riferimento ai presidenti di una volta diventa particolarmente nostalgico. C’erano altri allenatori – spiega Cosmi -, c’erano altri giornalisti, c’erano altri presidenti. È cambiato tutto, inevitabilmente. Diciamo che il calcio-business ha scaraventato via tutto il talento delle varie figure. Viene a mancare l’aspetto passionale del gioco. Faccio un esempio: quest’anno in serie B è stata fatta una cosa allucinante: portare le squadre da 22 a 19. Sentivo tifosi dire che tutto sommato era meglio perché così le società avrebbero percepito degli introiti maggiori. Se anche i tifosi arrivano a fare questi discorsi…”.