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Perugia, Greco: “Orgoglioso di essere italiano”

Il centrocampista biancorosso sta vivendo lontano dalla famiglia l’isolamento per l’emergenza sanitaria: “I figli mi mancano tantissimo”. Intanto Leandro studia Velasco e guarda al rush finale di campionato in cui “potrà succedere di tutto”

“Per la prima volta in carriera non mi sono portato dietro la famiglia” e quindi il ritiro forzato a Perugia, per l’emergenza sanitaria, lo “sto vivendo da solo, mi mancano tantissimo i figli e mi rimproverano, soprattutto le femminucce. Ci teniamo aggiornati con FaceTime”. Leandro Greco racconta così l’isolamento lontano dalla sua Roma.

Per il 33enne centrocampista del Grifo è il momento di tenere duro, come ha fatto tante volte in carriera. Ed è anche un’occasione. “Ho preso una bike per mantenere un minimo di allenamento e, vista l’idea di fare l’allenatore in futuro, sto ripassando e mettendo a fuoco alcuni concetti cari a Julio Velasco”.

Il tecnico delle “generazione di fenomeni” della Nazionale italiana di pallavolo e la sua “cultura degli alibi” è un riferimento per il calciatore del Perugia. “Velasco ne ha fatto un marchio di fabbrica: dimostra come tanti atleti, nelle difficoltà, hanno l’istinto di crearsi alibi invece di prendersi responsabilità e affrontare i problemi. Soprattutto negli sport di squadra. Un po’ come avviene nella vita quotidiana”.

Nella parole del centrocampista ex Roma ci sono esperienza da vendere, idee chiare e un sorriso di positività. Gli stessi ingredienti che ha portato nel gruppo di Cosmi a gennaio. “In ritiro abbiamo messo a fuoco alcune difficoltà e anche nelle partite con Empoli e Benevento, nonostante le sconfitte, c’erano stati dei segnali. La vittoria con la Salernitana ci ha dato modo di respirare e tolto dei brutti pensieri”.

Impossibile prevedere i tempi di un ritorno alla vita normale e di una ripartenza del campionato, ma Greco guarda oltre. “Da un po’ di giorni ho smesso di ascoltare i giudizi di tanti esperti non esperti. C’è una situazione drammatica e la gente sta rispondendo in maniera incredibile. Nel nostro dna c’è questa empatia e solidarietà. Oggi sono ancora più orgoglioso di essere italiano”.

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