Fuori dallo stadio la rabbia dei tifosi biancorossi per l’incredibile retrocessione nei confronti di società e squadra. Cronaca di un dopogara che si è concluso solamente alle 2,30 di notte
Si erano dati appuntamento allo stadio con il tam tam già dal giorno prima. E che i tifosi del Perugia non sarebbero stati teneri lo avevano fatto capire alla squadra già al momento dell’arrivo al Curi nel tardo pomeriggio. Accolto con cori e fischi e insulti pesantissimi anche il presidente Massimiliano Santopadre, invitato a lasciare la società.
Poi, la lunga, trepida attesa della finale di ritorno, con la drammatica coda ai supplementari e infine ai rigori, con i decisivi errori di Buonaiuto e Iemmello che sono costati la retrocessione. I tifosi, circa 7-800 piazzati fuori dallo stadio, hanno così dato sfogo alla loro rabbia nei dintorni dello stadio e aspettando stavolta l’uscita dei grifoni tra cori e insulti, ma senza mai trascendere. Solo una volta è volata una bottiglia e le forze dell’ordine, presenti in tenuta antisommossa, hanno subito provveduto a portare via il responsabile.
I giocatori sia del Pescara che del Perugia, insieme a dirigenti e addetti, sono rimasti asserragliati all’interno della sede di Pian di Massiano addirittura fino alle 2,25 della notte. Una volta compreso che i tifosi li avrebbero aspettati ancora a lungo, grazie anche ad una manovra diversiva e all’aiuto delle forze di Polizia schierate come barriera, sono usciti a razzo tra gli insulti della gente dalla sede del Perugia sia i due pullman delle squadre che, una dopo l’altra, le auto private di presidente e giocatori.