
Da Il Messaggero: con una sola punta solo delusioni ma anche i segnali di Ferrara
Chi ha buona memoria ricorderà che con un solo attaccante e un uomo di un movimento alle spalle il Perugia giocò due volte a inizio campionato, a Palermo (ko 2-0) c’era Kouan alle spalle di Melchiorri, nel derby di andata a Terni (1-0 al passivo) l’ivoriano girava attorno a Di Carmine. Solo sconfitte, insomma, proprio come in occasione della cinquina subita dal Cagliari. Quando però l’atteggiamento iniziale del Perugia è stato scellerato al di là di ogni modulo tattico.
Lo sottolinea Il Messaggero nell’edizione odierna. Ricordando che il meglio di sé però il 3-5-1-1 lo ha sinora dato in occasione del recente pari di Ferrara, quando il Perugia non ha ottenuto i tre punti per mera sfortuna, producendo una gran mole di occasioni dopo un lungo periodo di astinenza da gol e conclusioni. E’ un dato di fatto che gli attaccanti segnano poco e normale che Castori abbia cercato soluzioni alternative.
Trascurando moduli utilizzati in brevi parentesi (il 4-2-3-1 di Baldini contro Como e Sudtirol, il 3-4-2-1 di Castori con Kouan e Luperini insieme alle spalle di una punta a Pisa), il Perugia ha giocato la maggior parte delle partite con due moduli: il 3-5-2 (11 volte) e il 3-4-1-2 (18 volte). Con le due punte e i quinti a supporto sono arrivati 14 punti (media 1,27 a partita, il sistema più redditizio), all’attivo 1 gol (0,9) e al passivo 1,27 reti ogni 90’. Con il trequartista-aggressore dietro due attaccanti sono invece stati realizzati 21 punti (media 1,16), 1,22 gol all’attivo e 1,05 al passivo a partita. Posto che l’atteggiamento giusto resta la “conditio sine qua non” e che a Venezia servirà il vestito da battaglia.
