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Grifo costretto a destreggiarsi tra i nuovi padroni del mercato

I veri paperoni del mondo del pallone stanno diventando i procuratori dei calciatori. La spesa per le commissioni continua a lievitare.

Il mestiere più bello e ricco del mondo? Il calciatore. Non è più così, o almeno non è sempre così. Da alcuni anni i veri paperoni sono diventati gli agenti delle stelle. I procuratori hanno preso campo, stagione dopo stagione, e oggi sono diventati ago della bilancia delle carriere dei propri assistiti ma anche una voce rilevante e costosissima nei bilanci dei club di tutte le categorie.

I paperoni

Secondo i dati Fifa, negli ultimi 5 anni i procuratori hanno fatturato 2 miliardi di dollari, di cui 548 milioni solo nel 2018. Cifre che sono sinonimo di potere.
Le punte di diamante restano Jorge Mendes (Ronaldo) e Mino Raiola (Pogba) ma anche la Serie B fa la sua ricca parte. In Italia a guidare la truppa è la Wsa di Alessandro Lucci, uomo da sempre vicino al club biancorosso del presidente Santopadre. Artefice, tra le altre operazioni, dell’approdo a Perugia di Rodrigo Taddei nell’estate 2014. O, più recentemente, degli arrivi di Vido e Verre (appena passato al Verona).

Voce di spesa

Ogni campionato cadetto ci sono milioni e milioni di euro che finiscono nei conti della varie agenzie sotto forma di commissioni per le operazioni di mercato. E la curva è schizzata esponenzialmente verso l’alto. Il Perugia, solo nell’ultima stagione, si è piazzata al quinto posto della classifica della Serie B per compensi ai procuratori. Dalla promozione del 2014 ad oggi la spesa del club di Pian di Massiano per gli agenti è più che quintuplicata e, ormai, è diventata circa il 10 per cento del budget stagionale.

Contro

Per presidenti e dirigenti operare significa doversi destreggiare tra centinaia di professionisti che cercano il massimo per i propri assistiti e, di riflesso, per le proprie tasche. La commissione al procuratore fa spesso la differenza sull’andata in porto, o meno, di una trattativa di mercato. Negli anni Santopadre e Goretti hanno visto sfumare diverse operazioni a causa di “sterzate” a sorpresa.

Pro

C’è però anche il rovescio della medaglia. Sempre ricco. Da qui anche i maggiori “investimenti” dei dirigenti del Grifo alla voce procuratori. Insieme al fiuto di Goretti, infatti, gli stessi agenti diventano un ingranaggio chiave per arrivare alla risorsa principe di alcune società come il Perugia: le plusvalenze. Così, nelle ultime stagioni, nelle case biancorosse sono entrati i diversi milioni di euro che hanno consentito di alzare progressivamente l’asticella.

Bolla del debito

È naturale andare alla ricerca di contratti ricchi e guadagno, ma non sempre è sinonimo di spettacolo. Soprattutto da quando alcuni paesi hanno immesso fiumi di denaro “drogando” il mercato e facendo le fortune degli stessi procuratori. Da qui anche l’indebitamento enorme su cui poggia tutta la macchina del calcio italiano. Che non sarebbe nulla di drammatico se il debito servisse per investimenti in infrastrutture e progetti di crescita e non per coprire la spesa corrente, in particolare cartellini dei giocatori, stipendi e commissioni. Ecco perché gli esperti immaginano che il grande luna park del pallone possa presto sgretolarsi su se stesso.

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