Giovanni Boni, presidente dei medici sportivi umbri, fa il quadro nel panorama sportivo professionistico e dilettantistico. “Complicato mettere in campo migliaia di tamponi, basta un positivo per dover ricominciare”
Sport e fase 2. Professionisti e dilettanti. Calcio e protocolli sanitari. I canali per ripartire sono molteplici e tutti colmi di interrogativi. Rimettere in moto la macchina è molto complesso. “Ci sono delle ipotesi – ha spiegato a Il Messaggero Giovanni Boni, presidente dei medici sportivi umbri -, ma credo che sia davvero complicato mettere in campo migliaia di tamponi, ad esempio, in tutta Italia solo per il calcio professionistico. Credo che pensare a tempi brevi non sia realistico”.
La Serie A vuole ripartire compatta, più difficile la situazione della Serie B e del Perugia, ancora meno chance per la Serie C di Gubbio e Ternana, sostanzialmente impossibile per i dilettanti.
“Tutto ciò che è molto difficile nel professionismo – ricorda il dottor Boni –, diventa impossibile nei dilettanti. Un mondo che non può sostenere un peso del genere. Penso che serva uno stop. Basterebbe un nuovo positivo per cominciare tutto da capo”.
Per gli amatori gli scenari sono meno cupi in proiezione fase 2. “Vanno rispettate le regole. Si andrà anche verso un allargamento delle maglie. L’attività fisica, una sana alimentazione ricca di frutta, sette o otto ore di sonno sono un ottimo aiuto per le difese immunitarie. Solo uno sforzo ad alta intensità per un paio d’ore al giorno può abbassarle”. Comunque “credo che non vada persa questa capacità di fare attività fisica a casa. Se mai andrà affiancata a quella più tradizionale in strada o nei parchi”.