Lo storico massofisioterapista del Perugia ha parlato ai quotidiani locali durante l’emergenza sanitaria. Ha ritrovato Cosmi sul campo dopo tanto tempo: “L’ho visto sempre carico”

Tutte le difficoltà e le incertezze per la ripartenza del campionato di Serie B e del Perugia stanno nelle parole dell’uomo che sta in cima alla piramide dell’esperienza. “Ho visto il protocollo” previsto per l’emergenza Coronavirus nel pallone e “vi assicuro – spiega Renzo Luchini – che è impossibile fare tutti quei test medici e stare in ritiro tutto quel tempo, i miei colleghi hanno gli studi di lavoro, come fanno? Impossibile isolare 50 persone. E poi pare che per la fase 2 vogliano limitare le età. Se partono dai 70 anni io dovrò restare a casa, se invece dai 60 ci dovrà restare anche Cosmi”.

Con 54 anni di Grifo in carriera, Renzo Luchini ha respirato ogni angolo biancorosso e vissuto quasi tutte le tappe della storia del Perugia. Sta vivendo la quarantena con lo spirito attivo di un settantacinquenne amante dello sport. “Meno male che in casa ho un pezzo d’orto, è la mia fortuna – ha detto ai quotidiani locali il decano dei massofisioterapisti -. Mi ricorda il periodo prima dello spareggio con la Fiorentina nel 2004, quando ci dovemmo fermare un mese per un ritiro che ci ha massacrato e deconcentrato. Meno male che stavolta ripartiremo tutti alla pari”.

Tra le tante pagine scritte da Luchini c’è anche il primo Cosmi e ora “l’ho ritrovato sempre carico, in gran forma”. Il Perugia di oggi “può fare qualsiasi risultato, perché i giocatori singolarmente sono bravissimi, quando li metti tutti insieme vengono fuori i problemi”.

Luchini ha una prospettiva privilegiata anche per passato e futuro della società. Il presidente Santopadre “è furbo come Gaucci, ma lo vedo più vicino a D’Attoma perché sa far venir fuori l’olio dalle querce. Avevo qualche dubbio che potesse andar d’accordo con Cosmi, mi sbagliavo. Sono entrambi intelligenti e fanno bene a preparare il futuro insieme”.